GAMEC, IL MUSEO DIVENTA CITTÀ. APPROVATO IL PROGETTO ESECUTIVO DELLO STUDIO C+S ARCHITECTS, NASCE UNA NUOVA PIAZZA

01.08.2025

La Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo della nuova piazza Tiraboschi, inserita nel programma triennale dei lavori pubblici 2025-2027.

Il progetto riqualifica l'intero ambito intorno al nuovo Museo GAMeC connettendolo sia fisicamente che funzionalmente al tessuto urbano circostante e ridisegnando lo spazio pubblico pedonale, le infrastrutture carrabili e ciclabili, gli spazi verdi e i parcheggi all'interno di un sistema già composto dai Parchi cittadini (Parco Suardi, Parco Marenzi e Parco del Galgario), dal polo culturale/residenziale delle Ex Caserme Montelungo-Colleoni e dagli snodi viabilistici di via Cesare Battisti, viale Muraine, via Suardi, via Frizzoni e via del Galgario.

Maria Alessandra Segantini, direttore creativo dello studio C+S Architects (sedi tra Treviso e Londra), suggerisce l'orizzonte etico e politico del progetto che favorisce la coesione sociale: "Spesso i musei intimoriscono i cittadini, in particolare gli adolescenti. Vogliamo che la Gamec diventi città attraendo gruppi sociali diversi"

È stato approvato dalla Giunta Comunale di Bergamo il progetto esecutivo della nuova piazza Tiraboschi e del complessivo sistema di spazi pubblici verdi, pedonali, carrabili e parcheggi per riconnettere l'area al sistema dei parchi cittadini limitrofi e a quello delle caserme Montelungo/Colleoni. Si prevede che il nuovo spazio pubblico venga consegnato nel 2026 in concomitanza con l'apertura della nuova GAMeC.


La nuova GAMeC nasce dalla trasformazione del palazzetto dello sport di Via Pitentino, all'interno del quale Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, soci fondatori e direttori creativi dello studio C+S Architects, con sedi a Treviso e Londra, intercettano la potenzialità dello spazio esistente, decidendo di non demolirlo per creare all'interno il nuovo museo. Il progetto produce una nuova energia urbana: quella che l'edificio rinnovato immette nella città innestando, per volere dell'amministrazione, un nuovo polo attrattore che pone l'arte come calamita importante per l'identità e lo sviluppo futuro della città.


L'ex- palasport di Bergamo è un edificio a forma ellittica realizzato negli anni '60 con strutture verticali in cemento armato. Il progetto di retrofit si concentra sulla possibilità di trasformare radicalmente la struttura interna dell'edificio demolendo le gradinate ma mantenendo invece intatta la cintura dei pilastri che descrivono e caratterizzano la forma ellittica dell'edificio.


"Il progetto diventa un ponte tra passato e futuro: da un lato mantiene una forte traccia delle strutture originali e dall'altro inventa un nuovo spazio per accogliere il museo di arte contemporanea GAMeC, innestando una lanterna luminosa preziosa tra le strutture esistenti, che vengono invece lasciate al grezzo mantenendo la materialità del cemento facciavista e le tracce delle sue trasformazioni." – dichiara Carlo Cappai.


All'esterno il nuovo edificio mantiene la sua forma ovale di cerniera urbana ed è rivestito interamente in pietra bianca sabbiata, un materiale durevole che bene si innesta nella tradizione bergamasca di costruzioni lapidee sia del nucleo storico di Bergamo alta, sia del successivo sviluppo piacentiniano.


GAMeC poggia sulla nuova piazza: una piattaforma anch'essa rivestita in pietra bianca di Apricena, ad una quota leggermente rialzata rispetto al livello della strada e dalla quota del parcheggio adiacente, raccordata con una serie di rampe che garantiscono la totale accessibilità del nuovo spazio pubblico. Tale soluzione è stata possibile grazie al progetto di razionalizzazione del parcheggio di Piazzale Tiraboschi, che concentra gli stalli nella parte settentrionale verso Piazzale Oberdan, liberando lo spazio per la piazza davanti al museo, uno spazio delle potenzialità che valorizza la fluidità dei percorsi senza soluzione di continuità all'interno della hall del museo GAMeC e tra il parco Suardi, Via Pitentino e la rinnovata Montelungo/Colleoni.


"Spesso i musei intimoriscono un po' i cittadini, in particolare gli adolescenti. Con questa soluzione progettuale vogliamo che il museo esca dai propri confini e diventi città attraendo gruppi sociali diversi in ore diverse del giorno e dell'anno. Trasformiamo la hall del museo in uno spazio ibrido, fluido e attrattivo dove anche le giovani generazioni possano decidere di spendere il loro tempo e dove diversi gruppi sociali possano alternarsi in uno spazio accogliente all'interno e all'esterno del museo", queste le parole di Segantini, che lavora da molti anni sul tema della città lenta valorizzando spazi urbani accessibili, durevoli e attrattivi per tutti i gruppi sociali, in particolar modo i più fragili.


La continuità materica della pietra Apricena tra la piazza e la facciata del museo si estende anche alle rampe e alle sedute, facendo diventare il sistema un gioiello prezioso e durevole nel tessuto urbano.

"La piazza termina con una seduta ovale - spiega Segantini - generando un vuoto che traduce in potenzialità la forma ovale dell'edificio e che si trasforma alle spalle della panca in una bellissima 'fioriera fuori scala' che abbiamo disegnato con una tessitura di perennials a fioritura variabile a seconda delle stagioni: un tappeto soft, inaccessibile agli uomini (eccetto per le limitate operazioni di manutenzione del verde). Questo giardino inaccessibile sarà popolato di verde e piccoli animali, sottolineando che non siamo gli unici abitanti del Pianeta. Il progetto di paesaggio di C+S è concepito per valorizzare la biodiversità integrandosi al verde esistente e al vicino Parco Suardi. Tutti gli alberi ad alto fusto sono stati mantenuti ove possibile e nuovi esemplari sono stati aggiunti per completare i filari già presenti. Il disegno del verde è stato articolato secondo diverse tipologie di vegetazione, differenziate in base all'esposizione al sole, alla posizione delle aiuole e alle specifiche esigenze di crescita delle piante. Il progetto di rigenerazione urbana della GAMeC è una conversazione tra antico e nuovo all'interno del museo e allo stesso tempo tra il paesaggio minerale del museo e della piazza e quello naturale della fioriera gigante alla scala urbana e civica".


La composizione si basa su piante perenni, erbacee e graminacee leggere, scelte per generare movimento, giochi di colore e trasparenze, creando un equilibrio tra volumi e texture, ma anche diventando possibile cibo per gli animali che dovessero popolare il giardino inaccessibile agli uomini. Le essenze selezionate sono auto-seminanti e richiedono una manutenzione minima, garantendo un ciclo vitale sostenibile e una rigenerazione naturale. Con questo concetto si viene a creare un giardino che varia da periodi di massima fioritura a uno meno fiorito durante le stagioni più fredde, ma entrambi dotati di grande valenza estetica.

L'organizzazione delle piante si sviluppa secondo gruppi funzionali differenti: tappezzanti per il sole, tappezzanti per l'ombra, erbacee alte, prato americano, arbusti con accento.

Questa distribuzione permette di garantire una composizione equilibrata tra copertura del suolo, verticalità e volumi strutturati, mantenendo un effetto estetico interessante durante tutto l'anno.

Il raccordo tra la quota del museo e le strade adiacenti è affidato ad un sistema di scale, che definiscono i bordi della piazza, nonché a due rampe pedonali di pendenza pari al 5% che consentono l'accessibilità completa della piazza e dell'edificio. Una rampa carrabile di pendenza pari al 15%, collocata lungo il bordo occidentale della piazza, la rende accessibile anche ai mezzi di servizio per la manutenzione e la pulizia. La pavimentazione è disegnata dai sistemi di raccolta delle acque. Nell'angolo sud-est della piazza è collocata l'area preposta al carico-scarico del museo, attrezzata con pensilina e baia di carico.

Particolare attenzione è stata posta alla qualità delle aree verdi che segnano il confine fisico tra le zone carrabili e destinate alla sosta veicolare e quelle pedonali. Gli alberi esistenti vengono mantenuti. Una serie di basamenti lapidei punteggiano e ritmano i bordi della piazza diventando le basi preziose delle alberature esistenti e degli innesti. I filari esistenti vengono implementati con la piantumazione di nuovi alberi per rafforzare l'effetto prospettico di quinta verde che, provenendo da nord incornicia la facciata della GAMeC e, da sud, incornicia una suggestiva vista delle colline a nord della città.

Le soluzioni di dettaglio mirano a enfatizzare la continuità delle superfici lapidee della piazza con giunti ridotti e una tessitura continua di lastre di pietra di Apricena di larghezza costante, posate a corsi alternati di lunghezza variabile, dai 15 ai 40 centimetri, in continuità con il disegno della facciata.

I corrimano si configurano come inserti leggeri in acciaio verniciato a polveri, con la stessa finitura color bronzo dei serramenti del museo.


Il costo complessivo dell'intervento ammonta a 2 milioni di euro comprensivi di IVA e spese tecniche. I lavori avranno avvio a partire dal tardo autunno, con uno slittamento di un paio di mesi rispetto a quanto precedentemente ipotizzato in conseguenza di una diversa programmazione delle fasi di cantiere dell'edificio Nuova Gamec, per concludersi a fine 2026.